"Il Video della Settimana": Josep Carreras and Montserrat Caballé sing "Teco io sto" duet from Un Ballo in Maschera (Debut at La Scala, 1975)

Benvenuti per un nuovo Video della Settimana.

Questa settimana è previsto il recupero di un anniversario che non ho avuto modo di celebrare nei giorni scorsi a causa di impedimenti vari, ma ora intendo svolgere l'attività in sospeso: questa domenica vorrei celebrare l'anniversario del debutto di Josep Carreras al Teatro alla Scala con l'opera Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi
Inconsciamente, forse è sempre stato il capolavoro verdiano che ho saputo apprezzare di più, e sono felice che si tratti di un' opera molto cara anche a Josep, che non solo ha segnato il suo ingresso nel tempio della lirica per eccellenza, ma è anche legato alla nascita dei suoi due figli, Albert e Júlia
Di recente avevo ricordato il debutto nel ruolo di Riccardo in Un Ballo in Maschera al Teatro Regio di Parma nel 1972 nella sezione Historic Dates, segnalando comunque che di solito nella carriera del nostro tenore si cita quest'opera per lo più in corrispondenza del trionfale debutto scaligero. A quel punto, il post di oggi era già una promessa. 

Josep Carreras as Riccardo
Il Ballo della stagione 1974/75, inaugurato il 13 febbraio schierava tra i protagonisti la coppia catalana per eccellenza: la gran diva Montserrat Caballé e un Josep Carreras appena 28enne. Il Corriere della Sera parlava di un bel ragazzo anch'egli di Barcellona, un giovane tenore catalano dotato di una voce che ricordava la gioventù di Giuseppe Di Stefano, e proprio a lui il questo ricordo straordinario è irrimediabilmente associato.


Il grande Pippo Di Stefano, il modello che Josep Carreras aveva scelto fin da bambino, il tenore prediletto cui si ispirava, che aveva ascoltato dal vivo per la prima volta al Liceu proprio con quest'opera, e che lo aveva elogiato in occasione della sua vittoria del Concorso Voci Verdiane di Busseto nel 1971, proprio in prossimità di questo grande battesimo alla Scala ha avuto un ruolo fondamentale: non solo lo aveva cordialmente invitato a pranzare a casa sua, trattandolo con quella confidenza che si rivolge ad un collega, tranquillizzandolo su ogni timore, come quella scomoda nota "del par" all'ingresso in scena di Riccardo, ma addirittura al termine del primo atto della prima recita si era presentato nel suo camerino manifestando il proprio disappunto nei confronti del costume che La Scala aveva affidato al giovane tenore, un costume basato sulle misure di un cantante di ben altra corporatura. Su disposizione di Di Stefano, il giorno seguente Carreras sarebbe tornato a casa sua dove avrebbe ricevuto lo stesso costume che Di Stefano aveva indossato quando cantò Un Ballo in Maschera insieme a Maria Callas nel 1957. È evidente che, alla gloria di debuttare alla Scala a fianco della sua madrina, Montserrat Caballé, veniva ad aggiungersi il sostegno morale di un padrino di eccezione: godere della stima del suo idolo di sempre ed avere il privilegio di indossare il suo costume personale sono stati motivo di emozione aggiuntiva, un plus che non a tutti è concesso.

Veniamo dunque all'opera. Tratta da libretto di Eugène Scribe per Daniel Auber "Gustave III, ou Le Bal masqué", su libretto di Antonio Somma, Un Ballo in Maschera è un'opera luminosa che si articola in tre atti di puro splendore dalla prima nota all'ultima, tre atti pieni di tutto quello che il genio verdiano era in grado di creare, tre atti in cui la vicenda si svolge attorno alla figura di Riccardo, Governatore di Boston, uno dei personaggi in assoluto più amati della letteratura operistica in generale, e non solo verdiana. È la storia di un uomo che ama con segreta passione Amelia, la moglie di Renato, suo segretario e fedele amico, e che per questo motivo deciderà con lo strazio nel cuore di rinunciarvi, mantenendo puro ed illeso il suo nome. Il finale drammatico previsto prevede l'assassinio di Riccardo per mano di Renato, accecato dalla sete di vendetta, nel bel mezzo del ballo in maschera: una volta messo al corrente dallo stesso Riccardo dell'intenzione di farli partire per l'Inghilterra, quindi di rinunciare ad un amore impossibile, e della purezza preservata di Amelia, Renato si pente dell'atto commesso ma è ormai troppo tardi per Riccardo che, agonizzante a terra, muore assolvendolo con il suo perdono.
Ho un debole evidente per il finale, non per i risvolti drammatici, bensì perché risalta la magnanimità di questo personaggio straordinario, come tanti combattuto tra amore ed onore, ma con quell'elemento di pregio in più che consiste nella capacità eroica di perdonare il suo assassino in punto di morte. Tutto questo mi ha sempre affascinata moltissimo, e non credo di essere l'unica, dal momento in cui anche Josep ha sempre sostenuto di avere una grande affinità con la personalità di questa straordinaria figura verdiana.
Riccardo, ruolo per tenore lirico di ampia tessitura con qualche momento di forza, ha infatti sempre trovato in Josep Carreras un interprete ideale fin dall'inizio della sua carriera, avendolo adottato praticamente subito nel suo repertorio, dal momento in cui il debutto a Parma risale al Dicembre 1972, senza contare che al Concorso Voci Verdiane dell'anno precedente si era esibito anche con un'aria de Un Ballo in Maschera. Siamo di fronte a un Carreras giovanissimo, nel pieno delle sue potenzialità vocali e già ampiamente in possesso di una straordinaria capacità interpretativa in grado di dare incredibile profondità al personaggio. L'approccio lirico sa all'occorrenza lasciare spazio ad una lettura più drammatica che fa leva su una musicalità sbalorditiva, una qualità che lo trasforma in un autentico eroe verdiano, cosa che capita assai di rado all'inizio di una carriera.

Memore del fatto di aver già discusso, seppur sommariamente, del finale che definitivamente mi innamora del magnanimo Riccardo, oggi tratterò gli aspetti più passionali del suo carattere che trionfano nel secondo atto dell'opera, a partire dal duo Teco io sto. Qui si direbbe che Riccardo stia per lasciarsi travolgere totalmente dalla passione e strappa la confessione ad Amelia la quale, pur essendo legata al marito, ricambia i suoi sentimenti. L'impeto giovanile di Carreras trova anche qui la sua espressione ideale tale per cui qualsiasi Amelia non riuscirebbe mai a nascondere il proprio sentimento. Il fraseggio raggiunge livelli di bellezza incredibile trovando nella linea melodica verdiana un'alleata insuperabile. La sua musicalità si pone a servizio del valore semantico della parola, dando spesso vita a istanti carichi di emotività: Riccardo ci rende partecipi del suo dissidio interiore: l'emozione m'assale nella frase Quante volte dal cielo implorai la pietà, che tu chiedi da me!, pronunciata con tanta intensità e con quel passaggio meraviglioso da cielo implorai, verbo che Carreras carica con enfasi finalizzata a mettere in luce il suo tormento, un tormento che sul momento intende estinguere, insieme al rimorso e all'amicizia, lasciando libero campo solo all'amore. Quel suo modo di dire "Dì che m'ami... Un sol detto" da autentico innamorato è impossibile resistere, anche per il pubblico. Con la conferma di Amelia si assiste ad una variazione dello stato animico che qui tende a pura euforia, come ben evidenzia la terza parte del duetto con il suo andamento gioioso e che culmina con una nota altissima, un Do condiviso con la Caballé, emesso con notevole disinvoltura. In definitiva, uno splendido momento verdiano con due interpreti insuperabili di cui, un soprano già ampiamente affermato ed un giovane tenore che stava per essere consacrato nel tempio lirico per antonomasia, ma che di recente aveva debuttato anche a Londra, a Vienna e al Metropolitan di New York. Quel debutto scaligero non ha solo originato critiche entusiastiche, rinforzando la sua affermazione in Italia, ma lo avrebbe portato di lì a poco a presentarsi al cospetto di Herbert von Karajan a Salisburgo. Più che storia, direi che è pura leggenda. Vi lascio con la registrazione dal vivo della prima funzione del 13 Febbraio, ma qui trovate anche quella successiva del 18. Godetevelo!!

Spero abbiate apprezzato la mia scelta di oggi. L'appuntamento è per domenica prossima con un nuovo video. Buona settimana a tutti!!

Key facts:


Welcome to a new Video of the Week.

◦ This week I would like to resume a very special anniversary that I have not had the opportunity to celebrate on time, but now I intend to carry out the pending task: this Sunday I would like to celebrate the 38 anniversary of Josep Carreras' debut at La Scala with the opera Un Ballo in Maschera by Giuseppe Verdi.
Unconsciously, perhaps this is the Verdi's masterpiece I love most, and I am happy that it is a dear opera  to Josep too, as it not only marked his first performance into the Temple of Opera par excellence, but it is also associated with the birth of his two kids, Albert and Júlia.
Recently, I mentioned his debut as Riccardo in Un Ballo in Maschera at the Teatro Regio in Parma in 1972 in the Historic Dates section, pointing out, however, that usually we tend more to associate his Riccardo with his debut at La Scala. At that point, today's post was already a promise.
◦ The Ballo of the 1974/75 season, premiered on February 13 dealt with an insuperable catalan couple: the great diva Montserrat Caballé and  a 28 year old Josep Carreras. The italian newspaper, Il Corriere della Sera referred to him as a handsome young man from Barcelona, ​​a  Catalan tenor whose voice reminded the youth of Giuseppe Di Stefano, and it's to the italian tenor himself that the memory of this debute is closely associated.
The great Pippo Di Stefano, the model Josep Carreras had chosen as a child, the beloved tenor he wanted to take inspiration from, who he had heard live for the first time at the Liceu in the same opera, who had praised during his victory in Verdi Competition in Busseto in 1971, and now he was to play a key role on occasion of Carreras' Baptism at La Scala too: not only he cordially invited him for lunch at his house, treating it with the typical confidence addressed to a colleague, calming down  his fear,  such as the uneasy note in "del par" as soon as Riccardo enters, but even at the end of the first act of the first performance Di Stefano went directly to the dressing room expressing hiss disappointment for the costume La Scala had assigned the young tenor, based on the measures of a singer of a very different size. On Di Stefano's suggestion, Carreras had to return to his home the next day, where he would received the same costume Di Stefano had worn when he sang Un Ballo in Maschera with Maria Callas in 1957. It is clear that, in addition to the glory of making his debut at La Scala next to his godmother, Montserrat Caballé, he could count on the moral support of a prestigious godfather too: the opportunity to enjoy the esteem of his all-time idol and the privilege to wear a custume from his personal collection have created an additional excitement, a plus that few people can experience.
◦ Let's now focus on the opera. Taken from a libretto by Eugène Scribe for Daniel Auber "Gustave III, ou Le Bal masqué", with libretto by Antonio Somma, Un Ballo in Maschera is an opera in three acts , brilliant from the first to the last note: it's three acts full of everything that Verdi's genius was able to create, three acts in which the story takes place around the figure of Riccardo, Governor of Boston, absolutely one of the most beloved character in opera literature in general, and not only by Verdi. It is the story of a man who secretely loves Amelia, the wife of his secretary and faithful friend Renato, and for that reason he decides, with agony in his heart, to renounce to her, keeping her pure and unharmed. The dramatic finale involves the planned assassination of Riccardo by Renato, blinded by the thirst for revenge, in the middle of the masked ball: once he was made aware of the Riccardo 's intention to make them leave to England, so to give up an impossible love for him, and Amelia's purity preserved, Renato regrets hurting him, but it is too late for Riccardo who, lying on the ground, dies absolving everyone with his forgiveness.
Personally, I confess I have an evident weakness for the final, not its dramatic implications, but because it brings out the generosity of this extraordinary man, torn between love and honor, but endowed with that plus that is the ability to forgive his heroic murderer at the point of death. All this has always fascinated me very much, and I do not believe to be the only one, as Josep has always claimed to have a great affinity with the personality of this verdian character too.
◦ Riccardo, a role for tenors of large texture with some moments of forza, has always found an ideal interpreter in Josep Carreras from the very beginning of his career, as he almost immediately adopted in his repertoire: his role debut in Parma dates back to December 1972, not to mention that  the previous year, during the Verdi competition he performed a fragment from Un Ballo in Maschera too
We are listening to a very young Carreras, at the top of his vocal potential and already widely in possession of an extraordinary ability of interpretation that made him able to give incredible depth to his characters. His lyric approach can, if necessary, to make room to a more dramatic interpretation appealing on stunning musicality that turns him into a real verdian hero, something that rarely happens at the beginning of a career.
◦ As I  had already discussed, albeit briefly, about the finale as I definitely love the magnanimous Riccardo, now I would like to draw my attention to the most passionate aspects of his character that triumph in the second act of the opera, from Teco io sto duet until Renato's arrival. Here Riccardo seems he's going to be overwhelmed by passion and totally rips the confession to Amelia who, although she's bound to her husband, loves him back. Carreras' youthful impetus finds also here its ideal expression such that any Amelia could never hide her feelings. The phrasing reaches levels of incredible beauty,and finds in the melodic line by Verdi an unsurpassed ally. His musicality is at the service of the semantic value of the word, often giving rise to emotionally charged moments: Riccardo makes us sharers of his inner conflict: I'm totally seduced by the sentence Quante volte dal cielo implorai la pietà, che tu chiedi da me!, delivered with such intensity, and with that wonderful passage from the word cielo to implorai (to beg), a verb Carreras charged with emphasis to highlight his torment, a torment that in this very moment he wants to repress, along with remorse and friendship, releasing only love. Such way of saying, "Dì che m'ami... un sol detto...", typical of an authentic lover, is impossible to resist, even to the audience. As Amelia confirms ger feelings, we  witness a change in his mood that here tends to sheer euphoria, as we expressed in the third part of the duet, with its joyful style, that culminates with a high C shared with Caballé, emitted with considerable ease. 
◦ All in all, a wonderful time with two amazing interpreters of Verdi: an already well established soprano and a young tenor who was being consecrated at La Scala, but who had just debuted in London, Vienna and the Metropolitan New York. La Scala debut not only originated rave, strengthening his success in Italy, but short later it would take him in front of of Herbert von Karajan in Salzburg. More than history, I would say that is pure legend. I leave you with the live recording of the first performance of Feb. 13, but here even the next one, on Feb 18. Enjoy it.

Hope you have appreciated my proposal of today. See you next Sunday with a new video. Wish you all a nice week!!

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